Metodiche innovative, progetto terapeutico personalizzato e stimolazione ovarica dolce sono la chiave del significativo aumento delle percentuali di gravidanza ottenute dopo fecondazione assistita

Le coppie che si rivolgono al Centro Clinico San Carlo di Torino per intraprendere un percorso di fecondazione assistita omologa, spesso si pongono un interrogativo: qual è per noi la reale possibilità di ottenere una gravidanza con un bambino in braccio?

Per rispondere a questa domanda, vanno analizzati diversi fattori, tra i quali:

  • l’età della donna: come è noto, all’aumentare dell’età riproduttiva femminile, corrisponde una sempre minore possibilità di concepimento. Gli ovociti negli anni vanno infatti incontro ad un fisiologico processo di ossidazione, che abbassa sensibilmente la qualità ovocitaria, impedendo la formazione di un embrione di buona qualità biologica in grado di impiantarsi e svilupparsi a 9 mesi
  • problematiche a carico dell’utero: la presenza di eventuali malformazioni uterine rende più difficoltoso l’avvio e il prosieguo di una gravidanza
  • endometriopatie: se l’endometrio, che è la sede di annidamento dell’embrione, non presenta una struttura ed una qualità idonee all’impianto, la gravidanza non si avvia o si interrompe precocemente
  • parametri del liquido seminale: un seme che presenti gravi problematiche di numero e/o motilità e/o morfologia renderà più difficile la selezione di spermatozoi adatti alla fertilizzazione ovocitaria

Esaminati questi e molti altri aspetti, si stima la probabilità di ottenere la tanto sperata gravidanza.

Ogni anno l’Istituto Superiore di Sanità raccoglie i dati relativi ai cicli di fecondazione assistita eseguiti presso il Centro Clinico San Carlo di Torino, con attenzione alle percentuali di gravidanza, agli eventuali aborti registrati ed ai parti ottenuti.

Dai dati europei, si evince un tasso medio di gravidanza di circa il 20-25%.

Il Centro Clinico San Carlo di Torino registra invece un tasso di gravidanza che supera il 40% in donne con età inferiore a 38 anni, con un fisiologico calo della probabilità di successo di una fecondazione assistita eseguita in donne con età maggiore di 38 anni.

 

AUMENTO DELLE PERCENTUALI DI SUCCESSO IN CICLI DI FECONDAZIONE ASSISTITA

Medicina Integrata e Medicina Rigenerativa sono la chiave del successo in casi che avevano sempre fallito in altre sedi

Ciò che fa effettivamente la differenza nella metodologia del Centro Clinico San Carlo di Torino è l’approccio delicato, rispettoso della fisiologia della donna ed attento alla componente psicosomatica della coppia.

Fondamentale è, in prima istanza, elaborare uno schema terapeutico “su misura” per la coppia che si appresta ad iniziare un percorso di fecondazione assistita: ogni coppia è diversa dall’altra ed è fondamentale personalizzare il progetto di stimolazione ovarica sulla base delle caratteristiche specifiche della donna, con lo scopo di ottenere ovociti biologicamente validi.

In quest’ottica, si segnala la grande efficacia di una sinergia di medicina naturale e medicina accademica, che favorisca nella donna, come anche nel partner maschile, una produzione di gameti qualitativamente idonei alla fecondazione.

Come dicevamo, le percentuali di successo di un ciclo di fecondazione assistita tendono a diminuire man mano che sale l’età riproduttiva della partner femminile, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad un aumento dei tassi di gravidanza anche nelle fasce di età superiori ai 38 anni, grazie all’applicazione di tecniche di rigenerazione ovarica: nelle coppie che avevano avuto ripetuti fallimenti di fecondazione assistita a causa della scarsa qualità ovocitaria, dopo l’applicazione di speciali tecniche di medicina rigenerativa, siamo riusciti ad ottenere un significativo numero di gravidanze e nascite.