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OVODONAZIONE: IL LEGAME PSICOLOGICO ED EPIGENETICO TRA MADRE E FIGLIO
Il ruolo del PRP autologo per uso topico in Medicina della Riproduzione
Negli ultimi anni i progressi in Medicina della Riproduzione hanno aperto nuove possibilità per le coppie che lottano contro l’infertilità. Uno di questi metodi è la Fecondazione Eterologa con Ovodonazione, che prevede l’utilizzo di ovociti provenienti da una donatrice esterna alla coppia. Sebbene questa tecnica offra un percorso validissimo verso la genitorialità, per molte donne solleva anche importanti questioni riguardanti il legame emotivo e biologico tra la madre e il suo futuro bambino.
L’impatto psicologico nell’ovodonazione
Per molte donne che prendono in considerazione la fecondazione eterologa con ovodonazione, la decisione non sempre è facile ed immediata: l’idea che l’ovulo donato non contenga il proprio DNA a volte fa insorgere un senso di estraneità, che è a tutti gli effetti una resistenza esclusivamente psicologica.
Una preoccupazione piuttosto comune è relativa al concetto di somiglianza: mio figlio mi somiglierà? troverò in lui qualcosa di me? sarò in connessione con lui? Queste sono le domande che più spesso le donne si pongono quando si trovano a riflettere sulla possibilità di una ovodonazione.
È di fondamentale importanza ricordare e sottolineare che il legame tra una madre e il suo bambino non deve e non può basarsi esclusivamente sulla genetica, perché esso è profondamente influenzato dal percorso emotivo e fisico della gravidanza stessa. La gestante non è un incubatore per suo figlio! È la sua mamma!
Ovodonazione: l’epigenetica nell’influenza materna
Uno degli sviluppi scientifici più rassicuranti per le donne sottoposte a fecondazione eterologa con ovodonazione è la comprensione dell’epigenetica. Studi recenti hanno dimostrato che, anche se l’ovulo proviene da una donatrice, il corpo della madre svolge un ruolo significativo nell’influenzare l’espressione genetica dell’embrione. Ciò significa che, mentre il DNA del bambino proviene sia dalla donatrice dell’ovulo che dal padre, la madre ha comunque un impatto di grandissimo rilievo sul modo in cui questi geni vengono espressi. L’epigenetica descrive perfettamente come i fattori ambientali influenzano l’attivazione o la soppressione di determinati geni, perciò durante la gravidanza lo stile di vita della madre, il suo stato emotivo e persino la sua dieta influenzano significativamente lo sviluppo del feto. Questo processo inizia già durante l’impianto, quando piccole molecole dell’endometrio della madre, come i microRNA, interagiscono con l’embrione in via di sviluppo, influenzando il modo in cui i suoi geni vengono letti ed espressi. L’influenza materna sul feto va oltre i fattori generali dello stile di vita. Il rivestimento endometriale dell’utero della madre secerne importanti segnali biochimici che comunicano direttamente con l’embrione: questi segnali possono aiutare a “riprogrammare” l’espressione genetica dell’embrione, consentendo alla madre di trasmettere caratteristiche, sia fisiche che emotive, nonostante le origini genetiche dell’ovulo. Questo processo genera un legame biochimico ed emotivo tra la madre e il bambino, dimostrando che la maternità va ben oltre la fonte dell’ovulo.
Il ruolo del plasma ricco di piastrine (PRP) nella modulazione dell’espressione genetica dell’embrione
Il Centro Clinico San Carlo di Torino da diversi anni si avvale della tecnica PRP (platelet rich plasma) per far sì che l’embrione trasferito nell’utero materno, trovi al suo interno l’ambiente endometriale più adatto all’impianto.
Il PRP si ottiene dal sangue materno ed è ricco di fattori di crescita e citochine che non solo migliora le probabilità di gravidanza, ma aumenta anche la concentrazione di microRNA materni nel rivestimento uterino interno, influenzando ulteriormente l’espressione genetica dell’embrione.
Connessioni emotive e biologiche: il viaggio verso la maternità
Sebbene i meccanismi biologici che collegano madre e figlio nelle gravidanze ottenute da ovodonazione siano affascinanti e dimostrino chiaramente il legame concreto tra mamma e feto, il viaggio emotivo è altrettanto significativo. L’esperienza della gravidanza, ovvero sentire il proprio bambino muoversi, nutrirlo e prepararsi al parto, favorisce una profonda connessione emotiva tra la mamma ed il nascituro. Tutte le mamme che hanno affrontato la PMA con ovodonazione riferiscono che, una volta iniziata la gravidanza, qualsiasi preoccupazione sulle questioni genetiche svanisce, poiché il legame emotivo si rafforza e nulla può scalfirlo, e alla nascita i bambini somigliano moltissimo a loro sia fisicamente che emotivamente, a causa della profonda influenza che esercitano durante la gravidanza.
In conclusione, il processo di fecondazione eterologa con ovodonazione dovrebbe essere vista come un percorso unico ma del tutto naturale verso la maternità. I progressi scientifici nell’epigenetica e il legame fisico che si forma durante la gravidanza affermano che il ruolo di una madre va oltre la genetica. Sia la connessione psicologica che quella biochimica tra madre e figlio sono essenziali per garantire che le donne che concepiscono tramite donazione di ovuli possano abbracciare la maternità con sicurezza e amore.