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Mestruazione addio

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 Intervista al Prof. Giovanni Menaldo su “Grazia” del 28/5/02: “Mestruazione addio”

MESTRUAZIONI ADDIO

Uno studio di un biologo brasiliano sostiene che il ciclo è un processo fastidioso, inutile e dannoso.Da considerare come una patologia da combattere.Soprattutto oggi che, con le pillole dell’ultima generazione, il “problema” può essere bloccato.Una teoria provocatoria che apre un nuovo dibattito tra gli specialisti e pone forti dubbi.
Lia Damascelli

“A un trattamento ormonale si dovrebbe ricorrere, come per ogni altro intervento farmacologico, solo quando è veramente necessario da un punto di vista terapeutico”

I PRO E I CONTRO

Ma c’e chi sdrammatizza: ” Per avere un quadro realistico della situazione occorre valutare attentamente tutti i pro e i contro”, interviene Aristi. “Sul piatto della bilancia bisogna mettere anche gli effetti negativi che il ciclo mensile può avere sulla salute e la qualità di vita delle donne. Le mestruazioni possono essere accompagnate da forti dolori addominali (dismenorrea) e mal di testa che compromettono le attività quotidiane.
Possono determinare perdite abbondanti e innescare uno stato di anemia. Ma soprattutto, ovulare tutti i mesi può determinare una maggiore incidenza di tumori dell’ovaio e dell’endometrio, che, al contrario si riduce in chi prende la pillola”. Ancora una volta a sostenere una tesi opposta sono gli oncologi. “Bisogna chiedersi perché nei Paesi occidentali la frequenza dei tumori ormono-dipendenti (come quello al seno, all’utero e all’ovaio) è molto maggiore rispetto a quelli orientali. Questo fenomeno va messo in relazione con due fatti: l’adozione di contraccettivi orali, che da noi è molto maggiore che nell’Est del mondo, e la dieta, che in Europa e in America prevede un consumo più abbondante di carni, alimenti in cui sono presenti additivi ormonali”, è il parere di Giovanni Menaldo, ginecologo-oncologo, docente di tecnologie biomediche all’Università di Milano e direttore dell’Istituto di procreazione assistita San Carlo di Torino.
“Gli ormoni insomma hanno grosse responsabilità nell’innescare il processo di genesi di molti tumori. A un trattamento ormonale, perciò, si dovrebbe ricorrere, come per ogni altra terapia farmacologica, solo quando è veramente necessario dal punto di vista terapeutico. Nelle donne che presentano particolari squilibri, endometriosi, fibromi o perdite regolari, può essere indispensabile prescrivere la pillola. Anche in queste pazienti, comunque, io preferisco adottare una combinazione di ormoni sintetici e fitormoni di derivazione naturale in modo da “alleggerire” le dosi e non stravolgere la biologia della donna”.
Molti ginecologi però ribattono sottolineando come la fisiologia femminile sia cambiata radicalmente già da qualche decennio. E come responsabile di questo fenomeno non sia stata la pillola, ma le mutate condizioni di vita. “Oggi l’età media del menarca e della menopausa si è spostata e il periodo di fertilità si è complessivamente allungato” dice Arisi. “Il numero di cicli a cui le donne dei nostri giorni vanno incontro nel corso della vita, è molto maggiore rispetto a un tempo. Una volta, poi, le donne facevano più figli, e le gravidanze mettevano di tanto in tanto a riposo l’ovaio.
La somministrazione continua di ormoni non farebbe altro che ottenere lo stesso effetto”. Ma è proprio così? “Si tratta di due condizioni completamente diverse”, obietta Menaldo. “Durante la gestazione, si ha un cambiamento del quadro endocrino, non solo una messa a riposo dell’ovaio. E di fatto la gravidanza è un fattore protettivo per alcuni tumori mentre la pillola è un fattore di rischio. Il sesso femminile è regolato in modo finissimo da meccanismi sofisticati, estremamente sensibili che non possono essere stravolti senza conseguenze. Bisogna considerare che la pillola non agisce solo a livello locale sull’apparato riproduttivo, ma influenza l’ipotalamo e l’ipofisi. La conseguenza di ciò è un’alterazione del quadro psico-neuro-biologico che può dare luogo a diverse patologie come la depressione, la fatica cronica, i problemi circolatori e certi tumori. Ma, allora, considerato tutto ciò, vale davvero la pena sovvertire la Natura?”.
Lia Damascelli

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