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Iter terapeutico per l’infertilità femminile, dalla diagnosi alle procedure di procreazione medicalmente assistita
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che l’infertilità sia una patologia che affligge il 15-20% delle coppie di tutto il mondo. Tra le diverse cause di infertilità, quelle di matrice prettamente femminile sono circa il 37% e si arriva ad avere una diagnosi di infertilità dopo 12-24 mesi di rapporti senza l’insorgere di una gravidanza.
Da oltre 30 anni, le coppie che affrontano la problematica dell’infertilità possono avvalersi di tutta una serie di metodiche messe a punto dalla Medicina della Riproduzione per oltrepassare gli ostacoli che madre natura talvolta oppone al progetto di famiglia.
Infertilità femminile: quando la gravidanza non arriva…
Le coppie che decidono di mettersi alla ricerca di una gravidanza, inizialmente vivono in modo del tutto naturale la vita di coppia e attendono, mese dopo mese, che una nuova vita inizi.
Col passare del tempo, in assenza di un test di gravidanza positivo, ci si affida ad uno specialista che possa valutare la situazione e cercare il motivo del mancato concepimento. Il Centro Clinico San Carlo di Torino affianca e supporta le coppie sin dai primissimi passi nell’accertamento dell’infertilità.
Sul fronte femminile, la diagnosi di infertilità passa attraverso l’indagine di diversi fattori:
–età riproduttiva della donna
-danni tubarici
-malformazioni uterine
-disfunzioni ormonali (amenorrea, mico-pcos, ecc…)
-endometriosi
-stili di vita dannosi (fumo, alcool, obesità/anoressia, stress, esposizione a sostanze tossiche, ecc…)
-alterazioni genetiche
-infertilità idiopatica, con cause sconosciute
Infertilità femminile: l’importanza dell’età riproduttiva
La donna nasce con una determinata riserva ovarica, ovvero con bagaglio di cellule riproduttive che andranno via via diminuendo con gli anni: infatti, dalla pubertà si verifica mensilmente una ovulazione con l’espulsione di un ovocita maturo potenzialmente fecondabile e col passare del tempo interviene una progressiva riduzione di tale corredo ovocitario.
Si assiste ad un calo della fertilità già dopo i 30 anni ed un sensibile crollo delle probabilità di gravidanza dopo i 40 anni. Come è noto, ad oggi le circostanze della vita portano spesso a ritardare la programmazione della maternità, rendendo sempre più difficile il concepimento.
La scelta terapeutica: quando la riserva ovarica è particolarmente ridotta, ma il quadro ormonale consente di programmare una gravidanza con i propri ovociti, si valuta un percorso di procreazione medicalmente assistita (PMA) omologa e la ICSI-PICSI è in questi casi la metodica più adatta. Se invece la donna ha una età riproduttiva troppo avanzata e le possibilità di una gravidanza con i propri ovociti è prossima allo zero, la strada migliore da percorrere è quella della fecondazione assistita eterologa con ovodonazione: si ricorre all’aiuto di una donatrice giovane senza problemi di infertilità, che dona i propri ovociti a favore di coppie che non potrebbero diventare genitori senza questa opportunità.
Infertilità femminile: cause strutturali dell’apparato genitale
Alle volte la causa dell’infertilità femminile è da ricercare in problematiche strutturali dell’apparato riproduttivo.
Ad esempio:
-danni tubarici: se le tube di falloppio sono ostruite, l’ovocita liberato dal follicolo ovarico, non potrà mai incontrare lo spermatozoo in risalita dalla cavità uterina e la fecondazione non avviene. È utile una indagine volta proprio allo studio della pervietà tubarica chiamato sonoisterosalpingografia, che in pochi minuti permette di identificare eventuali danni tubarici, motivo del mancato concepimento. La presenza di un danno tubarico implica la necessità di ricorrere ad una fecondazione assistita omologa in FIVET-ICSI-PICSI, con recupero degli ovociti dalle ovaie per via transvaginale mediante agoaspirazione dei follicoli, inseminazione di ogni singolo ovocita con un singolo spermatozoo opportunamente selezionato, coltura embrionaria in laboratorio ed embryo-transfer degli embrioni in utero.
–malformazioni uterine: un utero che presenti conformazioni anomale (utero ipoplasico, unicorne, didelfo, bicorne, setto, arcuato, ecc…) rende difficoltoso o impossibile l’attecchimento embrionario, portando ad un mancato concepimento oppure ad una ripetuta abortività. Risultano utili alla diagnosi di malformazione uterina l’ecografia transvaginale 2-3D attorno al 20° giorno del ciclo, la sonoisterografia, l’isteroscopia. La scelta terapeutica in questi casi dipende dal tipo di malformazione uterina riscontrata.
Infertilità femminile: alterazioni ormonali
Nella donna il processo riproduttivo parte dal rilascio di due gonadotropine, l’FSH e l’LH, ad opera di una piccola ghiandola posizionata alla base del cranio, l’ipofisi. L’FSH stimola a livello ovarico la maturazione di un follicolo e l’LH agisce inducendo l’ovulazione, ovvero la rottura del follicolo e l’espulsione dell’ovocita. Durante il picco ovulatorio di LH inizia l’aumento di progesterone: il follicolo scoppiato si trasforma in corpo luteo che secerne progesterone, fondamentale per lo sviluppo dell’endometrio secretivo necessario per l’impianto embrionario.
Nelle donne che presentano alterazioni anche in una sola fase di questo delicato meccanismo, si può assistere a:
-mancata formazione di un follicolo dominante
-anovularietà con ovulazione assente o saltuaria
-insufficienza della fase luteale con mancato impianto
-irregolarità mestruali con difficoltà di individuazione del periodo fertile
-assenza del ciclo mestruale (amenorrea)
La scelta terapeutica in caso di alterazioni ormonali che causano infertilità va fatta sulla base della situazione specifica della coppia: si può programmare un concepimento guidato con una stimolazione ovarica controllata e monitoraggio dell’ovulazione, si può ricorrere all’inseminazione intratubarica se non ci sono problemi tubarici concomitanti oppure una PMA in FIVET-ICSI-PICSI. Infine, se la funzionalità ovarica è compromessa e non ripristinabile neppure con una stimolazione ovarica con gonadotropine, la scelta migliore è la fecondazione eterologa con ovodonazione.
Infertilità femminile: l’endometriosi
L’endometriosi è una patologia che implica la crescita di tessuto endometriale in altri distretti del corpo.
Spesso, le donne affette da endometriosi presentano problemi riproduttivi, legati a scarsa qualità ovocitaria, difficoltà nell’impianto embrionario, ostruzioni e aderenze dell’apparato riproduttivo.
L’iter terapeutico prevede un progetto terapeutico personalizzato specifico per l’endometriosi, con programmazione di una fecondazione in FIVET-ICSI.
Infertilità femminile: lo stile di vita conta?
Alle volte la causa dell’infertilità femminile va ricercata nella vita di tutti i giorni, nei comportamenti che ognuno mette in atto e nelle scelte alimentari che si compiono.
Nelle donne con un comportamento alimentare errato (anoressia o obesità) sono infatti frequenti forti alterazioni del ciclo mestruale, con conseguente disfunzione ovulatoria, causa del mancato concepimento.
Anche il fumo o il consumo eccessivo di alcool hanno un ruolo nell’inibire la funzionalità ovarica e talvolta anche nell’abortività.
Infine, lo stress, nemico della salute, influisce anche sulla capacità riproduttiva della donna, determinando importanti squilibri ormonali responsabili della regolazione del ciclo mestruale.
Infertilità femminile: cause genetiche
Talora le cause dell’infertilità femminile vanno ricercate in alterazioni del corredo genetico della donna.
Tra le più indagate:
-cariotipo, ovvero la “foto” dei cromosomi, per rilevare anomalie numeriche o traslocazioni o alterazioni dei cromosomi sessuali
-screening trombofilico: eventuali mutazioni di determinati geni possono ad esempio essere causa problemi vascolari tali da determinare poliabortività o mancato impianto embrionario (es. mutazione fattore II, fattore V, ecc…)
-x-fragile: espansioni del gene FRAXA si associano a oligomenorrea o insufficienza ovarica precoce
La scelta del trattamento di PMA più adatto in presenza di fattori genetici va stabilito dopo attenta valutazione specialistica genetica.
Infertilità femminile: l’approccio del Centro Clinico San Carlo di Torino
Tutte le metodiche di procreazione assistita descritte sono praticabili presso il Centro Clinico San Carlo di Torino.
Progetti terapeutici personalizzati sulla base delle esigenze specifiche della coppia, terapie di stimolazione dolce mirate ad ottenere una risposta ovarica soddisfacente ma sempre nel rispetto della fisiologia della donna, una costante assistenza durante le procedure di PMA ed un sostegno anche dopo la conclusione dei cicli di fecondazione assistita sono solo alcuni dei tratti distintivi della filosofia di cura del paziente che da sempre appartiene al Centro San Carlo di Torino.
Inoltre, al Centro San Carlo di Torino vengono praticate terapie innovative di rigenerazione ovarica e terapie sul versante maschile al fine di aumentare le possibilità finali di gravidanza e di avere un bimbo in braccio.
Ogni coppia è diversa dall’altra e ognuna affronta in modo diverso la tematica dell’infertilità e il percorso di PMA, ma tutti i nostri pazienti possono contare sulla cura e sul sostegno di uno staff che li accompagna passo dopo passo verso il raggiungimento del desiderio più grande, un figlio.