Articolo su “Salute e Benessere” del 9-10-2003: “CURE DOLCI PER IL FIBROMA”
CURE DOLCI PER IL FIBROMA
dI Michela Tilli
Anche se in alcuni casi è necessario ancora il ricorso all’intervento chirurgico, oggi si tende a tenere sotto controllo questo tumore benigno, combinando medicina tradizionale ed alternativa.
GLI ESAMI NECESSARI
Spesso capita che un fibroma non dia problemi e sia scoperto soltanto durante un normale controllo dal ginecologo. Attraverso una semplice ecografia è possibile vederne la presenza, anche se in seguito sono necessari esami più complessi per studiare il rapporto tra il fibroma e la cavità uterina e per controllarne la vascolarizzazione, cioè l’irrorazione sanguigna. L’esame che si abbina all’ecografia per un’indagine più approfondita si chiama sonoisterografia e si svolge mediante l’insufflazione di soluzione fisiologica sterile all’interno della cavità uterina. E’ solo tramite queste indagini diagnostiche e la valutazione dell’anemia e delle eventuali emorragie causate dal fibroma che è possibile decidere quale sia la terapia da praticare. Mestruazioni troppo abbondanti, irregolari e dolore all’addome: sono sintomi caratteristici del fibroma uterino, malattia che colpisce almeno una donna su quattro. Ma se vi è stato diagnosticato questo tumore benigno non è il caso di allarmarsi. Sebbene in alcuni casi sia necessario l’intervento chirurgico, gli orientamenti medici più recenti prevedono di limitarsi a controllare il fibroma in modo che non crei disturbi, fino alla menopausa, quando regredirà naturalmente.
“Il fibroma uterino è talmente diffuso che dovrebbe essere considerato quasi come la naturale senescenza dell’utero”, – spiega il dottor Giovanni Menaldo, Direttore dell’Istituto di medicina della riproduzione e psicosomatica San carlo di Torino.- “Il problema è capire che effetti il fibroma ha sull’utero e che disturbi porta realmente. Con un’attenta indagine diagnostica è possibile ridurre notevolmente i casi in cui è necessario operare, mentre la maggior parte delle volte è possibile controllare questo tumore benigno in modo che non dia più fastidio.”
Chi colpisce
Il fibroma colpisce più spesso le donne tra i 35 ed i 50 anni, comunque in età fertile. E’ il più frequente tumore benigno dell’utero e può raggiungere dimensioni diverse, da pochi millimetri fino a 10-15 centimetri. Nella donna in età fertile viene stimolato nel suo accrescimento dalla produzione ormonale ovarica, mentre con la menopausa, quando cessa l’attività degli estrogeni, il fibroma tende a rinsecchire, ridursi ed a perdere la vascolarizzazione. In attesa della sua natuarle involuzione, è necessario controllare che non cresca ulteriormente e che non provochi grossi disturbi come emorragie e calo dell’emoglobina nel sangue.
La terapia estrema, quando tale controllo non sia possibile, consiste nell’isterectomia, l’operazione chirurgica con la quale si toglie l’utero. Ma tale possibilità deve essere ponderata attentamente, perché l’isterectomia è necessaria solo nei casi più gravi e può portare seri disturbi, sia psicologici, sia fisici, come per esempio il progressivo abbassamento dell’uretra e della vescica.
La nuova terapia
Grazie ad uno studio italiano che ha coinvolto 120 donne per un periodo di tre anni, si è visto che è possibile evitare l’operazione addirittura nel 98% dei casi, intervenendo con una cura farmacologica e limitando al massimo i disagi. La terapia, che dura fino al sopraggiungere della menopausa, consiste in una combinazione di medicina tradizionale e medicina dolce. All’inizio si utilizza un farmaco che rimpicciolisce il fibroma, lo stesso usato prima dell’intervento.
Poi, pochi mesi dopo, si passa ai fitoterapici: si tratta di estratti di piante dal forte potere curativo, in particolare borragine, litospermum officinalis e agnus castris, che prolungano i risultati già ottenuti con il farmaco senza provocarne gli effetti collaterali.